più urbanisti meno architetti


05/11/2010 - Corriere del Veneto
 Di seguito lo scritto di risposta inviato ai quotidiani oggi:

Al prof. Carnevale:

Il fatto che il preside di una tra le più prestigiose Facoltà di Architettura d’Italia definisca “Telenovela” la mobilitazione di docenti e studenti in difesa di un bene straordinario come Palazzo Tron, dimostra la sua sostanziale insensibilità e incompetenza riguardo ai problemi della città e del territorio. Non solo, ribadisce anche uno dei punti fondamentali che cerchiamo di promuovere da anni: gli architetti faticano a comprendere la complessità del sistema urbano, ignorano le questioni gestionali della città e non si preoccupano degli effetti che certe “pratiche” possono avere sulla vita della cittadinanza. Le dichiarazioni di Carnevale dimostrano palesemente la sostanziale scissione tra i problemi dell’Architettura e quelli della Pianificazione del territorio: il fatto che l’Italia sia il paese con il maggior numero di architetti d’Europa, rende ancora più preoccupante la situazione attuale. Forse sarebbe meglio diminuire il numero di questi falsi esperti e aumentare quello dei tecnici consapevoli e preparati. Consigliamo a Carnevale di occuparsi di problemi di “Composizione” e di lasciare in mano a persone più competenti di lui gli argomenti che evidentemente non padroneggia.

Nel merito: in un territorio devastato quotidianamente da pratiche sbagliate, bisognerebbe puntare alla riqualificazione dell’esistente invece di promuovere la costruzione e la cementificazione indiscriminata; la concentrazione delle attività didattiche a Santa Marta non è il risultato di un piano strategico serio, ma piuttosto l’effetto di una decisiva incapacità progettuale sul lungo periodo: nell’Università del Progetto, manca una visione precisa, programmatica e strutturata della gestione dell’Ateneo; trascurare i problemi di residenzialità, che lo spopolamento del quartiere di Santa Marta ha evidenziato negli ultimi anni, è a nostro avviso gravissimo: sono le persone e non gli edifici a fare la città. Dal nostro punto di vista è fondamentale per Venezia che le sedi universitarie siano distribuite in tutta la città, anche per calmierare il folle mercato degli affitti universitari e per agevolare lo sviluppo di una microeconomia locale che possa ridare vitalità a quei sestieri nei quali oggi si fatica a trovare un supermercato dove fare la spesa.

Al prof. Magnani:

E' vero che la salvezza della nostra facoltà non dipende dalla vendita di Cà Tron, ma è anche vero che la pianificazione urbanistica e territoriale diviene sempre più una questione prioritaria: lo dimostrano la recente devastazione del territorio Veneto a seguito di due miseri giorni di pioggia. Potenziare il progetto scientifico e didattico della facoltà è fondamentale, mantenerla nella sua prestigiosa e storica sede è utile per attribuirle importanza e darle visibilità nel panorama nazionale e iternazionale. A nostro avviso il mantenimento della sede di Pianificazione a Cà Tron dev'essere il punto di partenza per la riorganizzazione dell’intero Ateneo.