COMUNICATO STAMPA STUDENTI CA’TRON 23/07/2010Il Senato Accademico di ieri 22 Luglio 2010 ha approvato quanto temevamo.
Ignorando la nostra legittima richiesta di apertura pubblica si è deciso di avvallare l’ipotesi d’alienazione di uno o più beni IUAV, prima il più semplice e meno discusso Palazzo di Cà Badoer e poi tra non molto quello più dibattuto di Cà Tron. Un’approvazione unanime senza esplorare altre ipotesi per reperire risorse. L’unica resistenza è stata del nostro Rappresentante che fino alla fine ha provato a mettere in discussione quello che era già stato deciso da tempo, ma che per evitare agitazioni e ulteriori proteste è stato rimandato fino a ieri.
Si è aspettato che la maggioranza degli studenti andassero in vacanza per approvare una decisione che INVECE DOVEVA ESSERE DISCUSSA E CONDIVISA CON TUTTI.
Le nostre proposte alternative per reperire finanziamenti sono:- vendere l’area ex-magazzini frigoriferi (dove non si è dato più seguito al progetto previsto e oggi area abbandonata al degrado);
- vendere-rinunciare alla proposta d’acquisto del Parallelepipedo (proposta affrettata e non discussa adeguatamente);
- reperire sponsor pubblici e privati, cercare finanziamenti pubblici per i restauri del Palazzo vincolato di Cà Tron, valorizzare l’uso delle sedi, inserirsi nella discussione sulla legge speciale.
Tutto questo è stato ribadito anche in Senato, ma non è mai stato preso in considerazione.Riteniamo che i Palazzi dell’Università non vadano venduti, si da così un pessimo esempio alla città, l’università non deve incentivare il processo di privatizzazione in atto a Venezia.
Ribadiamo la nostra ferma contrarietà a concentrare le attività universitarie in un angolo marginale della città (idea di campus di S.Marta). Siamo convinti che il mantenimento e potenziamento delle attuali sedi distribuite in diversi sestieri della città contribuisca a tenere vivi gli stessi, sottraendoli alla sempre più invasiva economia turistica.
L’occupazione della casa ex custode avvenuta il 25/03/2010, che di fatto è un presidio fisso per richiedere che i lavori di restauro inizino, proseguirà fino a che non si avranno effettivi riscontri della volontà di recuperare complessivamente Cà Tron per le attività didattiche della facoltà di Pianificazione.
Ribadiamo che la
biblioteca Astengo dovrà tornare in sede e non essere inserita nel progetto esecutivo mai presentato pubblicamente e ieri approvato dal Senato della nuova biblioteca dei Tolentini.
Ci appelliamo a tutti i cittadini che abbiano a cuore le sorti della città, vi invitiamo a firmare la petizione per non vendere Cà Tron e gli altri palazzi, vi chiediamo di mobilitarvi con noi affinché si fermi questo deleterio processo di sistematica svendita del patrimonio pubblico cittadino.
Studenti Ca’ Tron